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Presentazione

Breve storia del territorio
Le origini
Il territorio è strettamente legato alla presenza del Tevere, che in ogni epoca è stato la più ampia e comoda via di comunicazione tra il mare, le paludi costiere e l’entroterra.
Dai ritrovamenti archeologici si può ipotizzare che i primi abitanti di questa zona furono gli uomini preistorici: utensili e punte di freccia lavorate testimoniano infatti la presenza di un villaggio del paleolitico. Ancor prima della fondazione di Roma a ridosso delle paludi costiere sorsero una serie di insediamenti (all’inizio semplici villaggi di capanne) che erano in comunicazione tra loro mediante un tracciato viario di primaria importanza per gli scambi commerciali. Tra questi il più vicino alla zona delle saline, sulla sponda sinistra del Tevere, era Ficana.

Fonti storiche testimoniano la sottomissione di questa zona alla potenza di Roma e la conseguente distruzione della città ad opera di Anco Marzio (sec. VII a.C.). I resti archeologici testimoniano invece una realtà diversa: proprio nel corso del VI secolo a.C., dopo la conquista romana, l’abitato raggiunse la massima espansione, decadendo invece rapidamente tra il IV e il III secolo a.C., parallelamente allo sviluppo di Ostia.
Dopo la fondazione di Ostia, Roma aveva raggiunto ormai il controllo stabile dell’area costiera, di conseguenza intensificò lo sfruttamento agricolo dell’entroterra, dove sorsero numerose e modeste “fattorie” di piccoli proprietari terrieri, più tardi sostituite da grandi villae. Lungo Via di Malafede e Via Ostiense sono stati rinvenuti i resti di quella appartenuta al senatore e console Lucio Fabio Cilone, ma nel territorio sono emerse le strutture di altre tre ville.

Durante il Medioevo il territorio rimase spopolato anche a causa delle incursioni piratesche e della malaria. Come cita lo storico Procopio: “Andando da Ostia a Roma, la strada è coperta di selve e nel resto è incolta”.
Dopo il Mille, la zona venne amministrata dai monaci dell’abbazia benedettina di S. Paolo e fu chiamata “Monti di S. Paolo”. Dal 1500 al 1800 i boschi fornirono legna per i panifici di Roma e selvaggina per i cacciatori. Nel 1547 sui resti di una villa romana, venne costruito un edificio detto “Osteria di Malafede” (che tutt’ora dà il nome alla zona), utilizzato per il carico della legna sulle chiatte trainate da bufali che risalivano il Tevere.
Agli inizi del 1900 la zona venne inclusa in un ampio progetto di bonifica agricola, come già prospettato dallo Stato Pontificio alla fine del 1700, i cui segni si rilevano nella disposizione delle strade di Acilia e nei “casali” che ospitavano gli agricoltori, che per il fatto che scendevano dalle montagne (antico italico: boros) erano detti “burini”.
Perché “posto di Malafede”
Il fosso di Malafede, l’ultimo rilevante affluente di sinistra del Tevere oggi segna, nell’ambito del territorio comunale, il confine amministrativo tra il XII e il XIII Municipio, ma anche in epoca antica esso doveva delimitare verso nord-est, il territorio di Ostia, frapponendosi tra questo e il suburbio romano; nel Medioevo da qui iniziavano le insidie (forse è questa l’origine del toponimo Malafede) per coloro che si avventuravano lungo la via Ostiense che proseguiva verso il mare attraversando le malsane e malsicure selve paludose della costa.

Dal 1960 in poi …
Con la “Legge Fanfani”, sui lotti agricoli di proprietà dei Conti Bernocchi, l’INA-CASA realizzò nel 1961 il complesso edilizio provvisoriamente denominato “ Villaggio INA-CASA” .
Pur seguendo una linea architettonica popolare, rintracciabile in altre zone del comune di Roma, le costruzioni non presentavano un disegno uniforme. Furono, infatti, scelte varie gamme di volumi e di colori, in prevalenza il rosso; non furono eseguiti sbancamenti, ma venne rispettata, per quanto possibile, la conformazione fisica della collina.
Gli appartamenti furono assegnati, tramite concorso a punteggio, alle più disparate categorie di lavoratori e di impiegati dello Stato, come pure ai senza tetto.
A ridosso del Villaggio, nella zona alta, l’INA-CASA favorì anche la costruzione di un centinaio di cosiddette “villette” che di fatto vennero a costituire, con la loro inconfondibile caratteristica di edifici circondati da verde, la “zona residenziale”.
Il quartiere fu dotato dei servizi essenziali. La scuola elementare, che è ubicata nei due edifici scolastici delle vicine via Egidio Garra e Via Guido Biagi, venne intitolata a Raffaella La Crociera, piccola poetessa del quartiere Testaccio, morta nel 1954 in seguito ad una grave malattia, a cui fu conferito il Premio bontà “Livio Tempesta”.
La Scuola Secondaria di primo grado, intitolata al console e dittatore romano “Lucio Quinzio Cincinnato”, inizialmente era ospitata nell’edificio di Via G. Biagi e usufruiva di alcuni locali situati sopra i portici della vicina piazza S. Pier Damiani. A metà degli anni ottanta fu trasferita nel nuovo edificio in Via G. A. Scartazzini.
Il quartiere denominato “Giardino di Roma” nacque nella metà degli anni ’90 ad opera della ditta Caltagirone, durante il boom edilizio che interessò la periferia di Roma. Il nome “Giardino di Roma” è registrato al catasto, ma il quartiere rimane noto come quartiere “Caltagirone” o più genericamente “Malafede”.
Come un “giardino”, immerso in una verde vallata, il complesso residenziale si compone di palazzine di pochi piani, tutte con terrazzi ed affacci su viali e aree verdi. Topograficamente il quartiere si sviluppa in un quadrante di circa 800 mila metri cubi, compreso tra la via Ostiense e la via Cristoforo Colombo, tra Vitinia ed il Parco di Decima. Gli edifici scolastici sono stati edificati contemporaneamente al quartiere.
Nel 2002 la struttura edificata in Via Mario Carotenuto 30, adibita a Scuola Secondaria di primo grado, fu affidata all’Istituto “ Cincinnato” (dal 2005 ad agosto 2012 I.C. “T. Fenoglio”). Nell’anno scolastico 2002/2003 iniziarono le attività didattiche con una sola classe, una prima della sezione B, trasferita dall’Istituto “Cincinnato” nei locali di via Carotenuto, al fine di avviarne le funzionalità.
Nell’anno scolastico 2005/2006, all’Istituto fu assegnato anche il nuovo Plesso di Scuola Primaria sito in Via P. Gherardi, che iniziò la sua attività con tre classi prime.
L’Istituto di Via Carotenuto e di Via Gherardi rimasero succursali dell’Istituto Comprensivo “Tersilla Fenoglio” fino all’anno 2010/2011, quando, nel contesto di un piano di razionalizzazione e ridimensionamento degli Istituti scolastici, la Scuola media di Via Carotenuto 30 divenne sede di Istituto Comprensivo, con l’accorpamento di due plessi di Scuola Primaria: “Malafede,” di Via G. De Lullo e “Malafede 2” di Via P. Gherardi.
Il Plesso di Scuola Secondaria di primo grado di Via Scartazzini rimase invece sede centrale dell’Istituto Comprensivo “T. Fenoglio”, a cui rimase annesso il plesso di Scuola Primaria “R. La Crociera”.

OGGI
Attualmente, a seguito di un nuovo piano di dimensionamento divenuto esecutivo a settembre del 2012, gli Istituti sono stati nuovamente accorpati.
La nuova istituzione denominata I. C. “ Via Carotenuto 30” include i plessi di Scuola Secondaria di primo grado di Via Carotenuto 30, Sede Centrale dell’Istituto, e di Via Scartazzini 21/25; i Plessi di Scuola Primaria “Raffaella La Crociera” (sede Via Garra e Via Biagi) , “Malafede” (Via De Lullo) e “Malafede 2” (Via Gherardi).

QUARTIERE “CASAL BERNOCCHI”
In tempi non recenti la realtà socioeconomica del territorio è stata interessata dall’immigrazione interna proveniente dalle varie regioni d’Italia e dal centro storico della città di Roma; successivamente ad un incremento demografico, costituito dal trasferimento di famiglie giovani e favorito dall’aumento delle edificazioni, si è aggiunta in quest’ultimo periodo la crescita della presenza di cittadini provenienti dall’estero. I nuclei familiari, con uno o più minori in età di obbligo scolastico, provenienti sia dai Paesi comunitari, che extra- comunitari, non conoscendo la lingua italiana risentono di uno sradicamento culturale oltre che delle condizioni di disagio in cui spesso vivono. Questa situazione ha determinato l’inserimento del nostro Istituto tra le scuole ritenute ad alto flusso immigratorio e ai conseguenti finanziamenti.
Nel territorio mancano infrastrutture di tipo sociale (spazi verdi attrezzati, cinema, biblioteca, teatro ecc.) e gli Istituti di Scuola Secondaria di secondo grado per cui gli studenti si trovano a dover viaggiare verso Ostia o verso Roma per poter frequentare le scuole superiori.
La parrocchia con un attivo oratorio, che dispone di un campetto di calcio e di un teatro, rimane l’unico punto di aggregazione per la popolazione giovanile. L’associazione “Casal Bernocchi Onlus”, ha realizzato un campo di calcio e gestisce la scuola-calcio di quartiere.

QUARTIERE “GIARDINO DI ROMA”
Sul territorio sono attivi i principali servizi, ma le infrastrutture di tipo sociale, culturale e ricreative rimangono tuttavia limitate e gli abitanti devono recarsi verso Ostia o verso Roma per cinema, biblioteca, teatro ecc.
Nel 2010 è stata inaugurata la Chiesa di San Pio che costituisce un ulteriore polo di aggregazione e promozione di attività sociali. Precedentemente alla recente edificazione le attività pastorali della comunità si svolgevano in luoghi adattati e provvisori. La maggior parte degli abitanti si reca nelle zone limitrofe per lavoro. In tutte le periferie del XIII Municipio, risulta paralizzante viaggiare in auto in direzione di Roma poiché le arterie stradali non riescono più a sostenere la mole di traffico. Esistono attualmente al vaglio del Comune due progetti per migliorare la viabilità della zona. Internamente il quartiere è servito da un solo autobus ma è in progetto la realizzazione della fermata del
trenino Roma-Lido.
Il quartiere nasce come comprensorio gestito in forma di Consorzio, per una convenzione stipulata tra il costruttore Caltagirone e il Comune di Roma.
Sono gli abitanti, proprietari degli immobili, a finanziare la manutenzione del quartiere con il versamento di quote consortili. Per supportare
l’Amministrazione del Consorzio, nel 2007 nasce il Comitato di Quartiere che promuove interventi negli interessi della comunità e che vigila sull’evolversi dei progetti strutturali in carico dell’Amministrazione pubblica. La comunità del quartiere si rivela attenta e organizzata e sta contribuendo ad una migliore qualificazione del territorio.
Il quartiere, popolato attualmente da circa 12.000 abitanti, vanta una comunità giovane poiché la media anagrafica risulta avere meno di 40 anni e si registra in costante crescita demografica. Principalmente gli abitanti sono coppie giovani con prole, provenienti da più parti di Roma e d’Italia. Proprio in virtù della presenza di una realtà anagrafica omogenea e giovane si evince uno sviluppo omogeneo del contesto socio economico e culturale.
I bambini, in varia misura, ricevono stimoli culturali e sollecitazioni in ambito familiare, altri invece, pur provenendo da famiglie in discrete condizioni economiche, non sempre godono di stimoli culturali adeguati. Sono tuttavia pochi i nuclei familiari disgregati, pressoché assenti situazioni di immigrati non adattati, situazioni di disagio rilevanti o casi di abbandono scolastico.